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Alla ricerca dei colori

Roberto De Luca si racconta sulle pagine di UrbanSigns.Net!

Roberto De Luca è un giovane artista romano, architetto e maestro d’arte in grafica pubblicitaria e fotografia, vive e lavoro a Pomezia il suo modo di fare e vivere l’arte ha attirato subito la nostra attenzione. Ricopre, inoltre, l’incarico di segretario dell’associazione “PleiadiArte e cultura Pomezia” ed espone presso “StudioLab138“, una galleria che ha lo scopo di rammendo e rigenerazione urbana. E’ parte integrante del progetto “Concerti di idee in azione nel quinto paesaggio” e del collettivo “Vernissage Rome“.
Crea allestimenti concettuali nello spazio di una cornice, e indaga la gioia e la serenità che trasmettono i colori con lo scopo di generare esperienze sensoriali ed ampliare la sensibilità ambientale.

di Roberto De Luca

All’inizio del 2020 scrissi “Distanziamento colorato” per “Quinto paesaggio: concerti di idee in azione”; all’interno riflettevo su come i colori potessero modificare temporaneamente o stabilmente la percezione di un luogo, attraverso una progettazione mirata che vada oltre la semplice decorazione per divenire atto costituente del paesaggio umano, urbano e naturale. Quello scritto è sintesi temporanea di una ricerca autonoma ripresa un paio d’anni prima, subito dopo la laurea, in maniera intuitiva e poi gradatamente strutturata attraverso studio ed esperimenti, che procedono tuttora. Sono partito dai colori commerciali, ho proseguito indagando le spezie, la luce ed alla soglia della pandemia riflettevo su come colorare dei contesti naturali. Dopo una selezione dei possibili materiali di base, una fase di test e lavorazioni per ripensare gli ingredienti e la loro produzione, facendo ricorso anche a retro ingegneria analogica, con lo scopo di impattare il meno possibile a livello ambientale. Nel 2021 ho realizzato degli interventi temporanei con nero e bianco in polvere in contesti come riserve naturali e parchi pubblici, seguendo questa linea guida. Ogni volta ho ascoltato il territorio, la sua storia e coloro che lo vivono per includerli e rappresentarli in questi interventi estemporanei, attuati tra l’estate e l’autunno.

Colori In-naturali” è stato il primo test sul campo: un laboratorio di “PleiadiArte e Cultura Pomezia” patrocinato dall’Ente Parco dei Castelli Romani, curato insieme a Ingrid Lazzarini. Qui i nostri interventi si inserivano nell’ecosistema piccolo e fragile della “Sughereta di Pomezia”, seguendo il tema generale delle connessioni. L’obiettivo era di generare incontro coi passanti i quali, incuriositi da questi elementi perturbanti ed insoliti, hanno dialogato con noi esponendoci le loro opinioni sullo stato della riserva.

Ho proseguito realizzando nell’ambito del Parco regionale dei Monti Simbruini, durante il “Meletao Festival”, le costellazioni soprastanti la vallata, riportandole a terra. Esse erano le tappe del walkabout svolto con Carlo Infante e Diego Repetto in rapporto con i principali punti del festival, tra cui il museo all’aperto, la cupola in bambù e il palco dei concerti. In quest’ultimo punto ho rappresentato l’Orsa Maggiore, la quale sorgendo la sera sopra al palco durante il concerto nella vallata, ha concretizzato e concluso la connessione tra cielo e terra che qui ricercavo.

A settembre ho realizzato gli ultimi interventi di quest’anno: uno è stato selezionato come installazione per il “Festival del tempo” a Sermoneta, tempo da declinare ispirandosi alle parole “felice, effimero, indeterminato”; l’altro è stato accolto dalla comunità di Cosio d’Arroscia durante il laboratorio d’arte internazionale “Trasformatorio 2021 – In Absentia”.
Nel primo ho declinato il tema dato, realizzando un itinerario archeoastronomico che, ricostruendo usi e costumi primitivi connessi al moto delle costellazioni e degli astri, costruisse la memoria contemporanea nella comunità in un dialogo attivo e partecipato all’interno di una narrazione storica esperienziale.

Nell’ultimo, ascoltando gli abitanti del posto, ho scoperto la “Pietra delle croci”: una pietra enorme, un monumento naturale adoperato in passato per siglare contratti e patti apponendo su essa una croce. Un’usanza che, nel 2020 ha portato i sindaci della Valle d’Arroscia a sancire un patto di reciproco sostegno proprio in questo luogo; un patto che simbolicamente ho voluto richiamare intervenendo attorno alla pietra, con delle scritte pensate con un artista inglese, il quale le ha poi declamate in una narrazione poetico musicale che connettesse Cosio d’Arroscia con il paese Socio, suo alter-ego artistico immaginario, durante la serata conclusiva.

Nel prossimo anno ultimerò di allestire il laboratorio dove, con mezzi artigianali e competenze adeguate, approfondirò questa ricerca autonoma ed indipendente, con la volontà di preparare i tre colori primari che al momento ho impiegato solo in maniera marginale reperendoli da fonti certificate.

Sono Roberto De Luca, un creativo dotato di sensibilità architettonica ed artistica; miro a verticalizzare e perfezionare la conoscenza del colore nella più ampia accezione possibile, per realizzare le trasformazioni che ho scritto nel 2020, evolvendole e migliorandole di pari passo con lo studio. Libri, vernici, tinture, ingredienti e luce sono i materiali ed i procedimenti che indagherò, un passo alla volta, nella scala infinita di questa ricerca teorica e pratica.

Roberto De Luca

FBLK