Un’opera d’arte globale contro la guerra
di Diego Repetto
In questi giorni assurdi in cui la Russia ha invaso l’Ucraina e Putin evoca lo spettro nucleare, segnando una nuova fase nella strategia del conflitto, l’artista Antonio Barrese lancia sui canali social un’iniziativa a tutti gli abitanti del mondo:
«Contro la guerra, esponiamo il nostro corpo inerme. Facciamolo tutti! #nowar»
Sul suo profilo Facebook si legge:
A proposito della mia iniziativa di rappresentarmi nudo, un amico mi ha scritto in privato (quindi ometto il suo nome):
“Antonio sei fantastico e coraggioso…con la tua proposta mi hai messo davanti a un disagio che ho sempre avuto con il mio corpo, cioè mi sono sempre sentito brutto e gonfio (anche quando pesavo realmente 60 kg)…non so…proverò a sconfiggere questa mia “guerra” con me stesso, vale a dire questo senso di inadeguatezza che si riflette su vari altri aspetti della mia vita. Grazie per questa grande occasione di trasformazione. In fondo penso che se vogliamo la pace assoluta nel mondo dobbiamo prima fare pace con noi stessi!”
Ho risposto così:
Bravo….
Non c’è nulla di più importante del nostro corpo. Credo fosse Lacan a scrivere che “il vero inconscio è il nostro corpo” (e quindi non la mente!).
Questo lo sa molto bene il “Potere”, che infatti ha messo in atto – tra l’altro – un’articolata rete di condizionamenti eterodiretti per farci sentire inadeguati, brutti, grassi, alti, magri … . Si tratta di uno strumento di controllo sociale che si aggiunge ai mostruosi pilastri di famiglia, scuola, religione, politica, tasse, economia eccetera.
Per questo mi sono limitato a un gesto basico ma, come vedi, sconvolgente.
Cosa ci vuole a togliersi le mutande!
Tra i commenti si legge:
“Fantastico! Un eroe ha bisogno di coraggio per un’esibizione pubblica, ma la nudità contro la guerra è un mito antico e toccante. Sono totalmente d’accordo, dobbiamo spogliarci subito. La verità vincerà l’ignoranza e l’avidità di questi genocidi che pensano di governare il mondo….“
L’azione di Barrese, un’invasione di corpi nudi che si oppongono alla guerra, potrebbe rappresentare l’opera globale.
Chiara Poladas in un artciolo del 2011 per il primo settimanale online di Roma “Fuori le Mura” parla del nudo come strumento di dissenso (Qua il link).
La volontà univoca nel nudismo come forma di protesta è quella di far sentire la propria voce.
Nel 2011 l’artista Ai Weiwei diffuse un’immagine online intitolata “Una tigre, otto seni”, dove viene ritratto nudo insieme ad altre quattro donne, anch’esse svestite.
Il 13 dicembre 2021, lo stesso artista e attivista cinese ritorna a manifestare per Julian Assange, in favore dei diritti umani e della libertà di stampa, attraverso l’invito a tutti di correre come se fossero su un tapis roulant, anche in maniera fantasiosa, e generando una performance collettiva “social” su Instagram #RunForOurRights e #Treadmill.
#nowar
Nel post di avvio della campagna di dissenso ricorda come il fondatore di Wikileaks abbia vissuto fino ad ora in esilio e imprigionato, anche con gravi problemi di salute, e come una conferma di sentenza a 175 anni di reclusione da parte degli Stati Uniti potrebbe incidere nella sopravvivenza alle condizioni di detenzione.
Ai Weiwei, spogliandosi delle sue vesti e mettendosi totalmente nudo a correre probabilmente sullo stesso tapis roulant che Assange regalò nell’ottobre 2016 all’artista quando si trovava nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra, con questa performance dice: «Noi possiamo mostrare la nostra preoccupazione per i diritti umani e la libertà di stampa, così come la nostra ricerca della giustizia sociale».
In passato si sono avuti diversi episodi diffusi di nudismo per protesta, come suggerisce la giornalista Poladas, nonostante il fatto che gli individui coinvolti in questa modalità espressiva provengano da realtà molto diverse e lontane, l’effetto dirompente che il nudismo genera rimane lo stesso.
Antonio Barrese mostrandosi nudo e indifeso mette in atto l’idea di riempire internet di corpi nudi che rifiutano la guerra e che in modo sottointeso dichiarano “sono qui senza velleità distruttive”, superando tutti i condizionamenti e le repressioni dell’esibizione del corpo.
Siamo nati nudi. Quale modo migliore se non con la propria nudità, disarmandoci completamente, sia interiormente che esteriormente, possiamo dare vita a una risposta globale contro tutte le guerre e le forme di oppressione?
L’arte può contrastare il male!
La situazione internazionale attuale ci mostra una grande opportunità: generare un’impattante grande opera d’arte globale digitale!
#nowar
Arch. Diego Repetto
www.diegorepetto.it
FB – LK – IG – YT
in breve – bio
Antonio Barrese è stato un innovatore e una vera avanguardia nel panorama artistico milanese degli anni ’70 del secolo scorso.
Antonio, oltre ad essere tra i protagonisti dell’arte cinetica, è un artista che ha spaziato dal design (vincitore di 7 compassi d’oro) alla manifattura di oggetti cinetici e alla letteratura: un uomo complesso che ci spinge a riflettere sul nostro potere di esseri umani.
Antonio Barrese nasce a Milano nel 1945.
Compie gli studi presso l’Accademia di Brera ed esordisce giovanissimo. Nel 1964 fonda il Gruppo MID insieme ad Alfonso Grassi, Gianfranco Laminarca e Alberto Marangoni.
L’attività MID è molto ricca ed estesa e comprende la realizzazione di oggetti e strutture, installazioni interattive e grandi allestimenti, fotografie e film sperimentali, performance di sinestesia visivo-acustica e progetti ambientali, il tutto concepito con una straordinaria apertura mentale verso la tecnologia.
Nel 1965 il gruppo entra a far parte del movimento Nova Tendencija, partecipando a Nova Tendencija 3 a Zagabria.
Sempre nel 1965 ha luogo la prima mostra dedicata al gruppo: Immagini stroboscopiche presso la Galleria Danese di Milano.
Seguono più di quattrocento mostre tra personali e collettive, in gallerie e musei in Italia e all’estero fino al 1972, anno in cui il MID si scioglie.
Nel 1972 Barrese inizia l’attività di design e ottiene numerosi riconoscimenti (sette Compassi d’Oro, premi e segnalazioni d’onore).
Si interessa anche di Narrativa visuale sperimentando l’incontro tra linguaggi differenti con la fusione di immagine e scrittura (TrashZappingPixel).
Nel 2000 ritorna all’arte e porta alle estreme conseguenze le sperimentazioni avviate sulla luce con l’uso diretto dell’energia elettrica. Di questi anni sono le serie di opere denominate Ligthing Objects Family e Sparkling Objects Family.
Dal 2007 prosegue le ricerche del MID in collaborazione con Alberto Marangoni.
Nello stesso anno la Fondazione VAF dedica al MID un’importante pubblicazione: MID Alle origini della multimedialità. Dall’arte programmata all’arte interattiva (Silvana editoriale, Milano).
Nel 2009 realizza a Milano l’Albero di Luce, installazione cinetica e luminosa a scala urbana.
Nel 2011 fonda con Stefania Gaudiosi OperaAperta Arte Pubblica: società di innovazione artistica e culturale che opera in Brasile (con il progetto di arte geografica FlowingRiver_RioAmazonas) ed in Italia (con ScholaFelix).
Sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche e private (Qui il link).